Poniamo che ti svegli al mattino e hai una lista di persone da chiamare, di incombenze da smaltire, trentacinque messaggi e tre email a cui rispondere. Se la prima cosa che fai è pensare a tutte le cose che hai da fare, il tuo corpo è già nel futuro programmato. Quando ti siedi per meditare, la mente vorrà andare in quella direzione. E se tu glielo permetti, il cervello e il corpo saranno in quel futuro prevedibile perché anticipi l’esito in base alla stessa esperienza di ieri.
Perciò, quando inizi a notare che la mente vuole andare in quella direzione, afferra le redini, doma il tuo corpo e riportalo al momento presente, proprio come faccio io quando cavalco il mio stallone. E nel momento successivo, se cominci a pensare che hai altro da fare, che devi lasciar perdere e riprendere le faccende che hai lasciato in sospeso ieri, riporta ancora la tua mente al momento presente. Se poi continua a divagare e la cosa ti provoca frustrazione, impazienza o preoccupazione, ricorda che qualunque emozione affiori fa solo parte del passato. Quando lo noti, ne sei consapevole: “ah, il mio corpo vuole tornare nel passato. Bene. Rilassiamoci e torniamo nel presente.”
Così come la tua mente vuole distrarti, può darsi che anche il tuo corpo voglia farlo. Può creare un senso di nausea, un dolore improvviso, un prurito in un punto della schiena, ma se accade ricorda che il corpo sta solo tentando di essere la mente. Se lo domini, riesci a trascenderlo. E se riesci a controllarlo con costanza durante la meditazione, quanto torni alla tua vita sei più presente, più consapevole: sei più cosciente e meno incosciente.
Prima o poi, come il mio stallone si arrende ed esegue i miei comandi senza lasciarsi distrarre dalle giumente o da qualsiasi altra cosa, anche il tuo corpo obbedirà alla tua mente durante ogni meditazione senza farsi dirottare da pensieri fuorvianti. E quando il cavallo e il cavaliere sono una cosa sola, quando la mente e il corpo operano in sinergia, la sensazione è impareggiabile: sei in un nuovo modo d’essere. Quest’esperienza ti dà un potere incredibile.
Tratto dal libro "Placebo Effect" di Joe Dispenza
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